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Cronaca di una giornata al mare

Cronaca di una giornata al mare ©Mimma Rapicano
Mercoledì, 05 Agosto 2015 17:06
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“Andando dove devi andare, e facendo quello che devi fare, e vedendo quello che devi vedere, smussi e ottundi lo strumento con cui scrivi. […]” Ernest Hemingway

Questo frammento di Hemingway mi sembra perfetto per l’inizio di un post in piena estate. Un’estate che è fatta di viaggi, mare, sole, riposo, arrivi e partenze.

Le vacanze agostane ci obbligano a dover fare e vedere cose, necessariamente!

Non importa se ci affolliamo tutti negli stessi luoghi, non importa se non riusciamo a riposarci come vorremmo, l’importante è essersi divertiti, aver visitato quella città, essersi tuffato in quella baia.
L’importante è avere qualcosa da raccontare al nostro ritorno, altrimenti sei Fuori!

Anch’io ho qualcosa da raccontare. Cos’ho fatto? Ho letto, osservato, annusato e poi scritto.

Buona lettura!

L’odore comune su ogni spiaggia è quello degli abbronzanti, all’olio di cocco, alle mandorle dolci fino a quelli più intensi che promettono miracoli per le adiposità più vistose.

Le donne sono colorate e in costumi succinti nonostante le generose forme modellate dall’inverno appena trascorso. Questo spudorato senso estetico è il risultato corrotto dell’evoluzione darwiniana in fatto di moda e di stile.

È un problema di specchi, penso. Io, per non fare i conti con le mie curve, evito qualsiasi superficie riflessa.

Stanno al sole, le donne, cercano le posizioni più improbabili per l’abbronzatura perfetta anche nelle pieghe più nascoste.
Hanno fasce tra i capelli, bracciali e orecchini intonati con costume e pareo.

Alcune leggono ma non con due occhi, hanno la capacità di usarne uno per sbirciare sotto l’ombrellone della vicina, per vedere e ascoltare e poi graffiare con il loro impeccabile cinismo.

Siamo diaboliche creature, mi dico. Forse lo sono io stessa scrivendo questo articolo al fresco della mia ombra periferica.

Tra di loro sono molto carine, abbondano i sorrisi, i baci e gli abbracci a tutte le ore, anche se sottilmente si scambiano balsamiche cattiverie che lasciano lividi. Sono segni invisibili agli occhi dei comuni spiaggianti.

La forza dell’umanità è nelle donne - rifletto - anche il più cattivo degli uomini è stato partorito dal suo ventre. Dio ha assegnato un compito ingrato a noi donne: di tanto in tanto, generare mostri.

Con gli artigli affilati, sparlano ora di questa, ora di quella mentre spazzolano via la salsedine dai loro crespi e arruffati capelli.

Sento odore di canfora e cenere mentre indosso fascia e pareo (intonati ovviamente) per consumare al bar l’ennesimo gelato. Tanto l’estate è finita, mi dico.

Se hanno figli sciorinano consigli non richiesti su cibo, giochi, scuola, vestiti, scarpe, sport, dentista, pediatra, etc.

Nel fine settimana l’arrivo dei mariti apre una guerra non dichiarata, ma tacita e riconosciuta da tutte.

Si bardano come madonne su altari dorati, tirano fuori il costume tenuto segreto per tutta la vacanza, manicure e pedicure come le star hollywoodiane.

La danza dei ventri molli non è certo per i loro mariti ma per quelli delle altre. Le ho viste ammiccare, ungere i loro corpi desiderosi con oli sopraffini mentre le dita sfioravano le intimità inguinali appena coperte.
Qui è facile immaginare amplessi in cabine isolate, su scogli lontani o nei cessi delle ore più assolate. Qui prendono vita i pensieri più laidi mai confessati.

È un’esplosione di feromoni, devo schivarli e stare attenta, penso. Devo tenere ben nascosti i miei, di feromoni. In fondo sono donna anch’io, no?

Anche questo giorno volge al tramonto, è l’ora più triste. Si chiude il sipario e gli attori lasciano il proscenio. Domani un nuovo atto della stessa commedia, nuove maschere da indossare.

Qui non ci sono personaggi in cerca d’autore, qui c’è un’intera umanità che marcia per riempire un vuoto.

Anche questa vacanza non le renderà felici, sarà l’ennesima delusione: aggiungi, chiudi e rimetti le valige in macchia. Buon viaggio!

Addio estate, addio spiaggia. Addio a voi, sorelle e amiche, che avete reso invisibile il mondo oltre questa spiaggia.

Noi donne riusciamo a sopravvivere all’estate nonostante le nostre imperfezioni, nonostante le inquietudini che ci rincorrono e, nonostante tutto, una spensierata giornata al mare resta sigillata nei nostri sorrisi.

Per me l’estate è finita. Nulla è cambiato tranne l’ambrato colore della mia pelle.

• Continua a leggermi su HIPORABUNDIA, blog di racconti e recensioni libri

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Giovedì, 09 Maggio 2019 18:31

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