Sono questi gli esseri ibridi e mostruosi, appartenenti a un mondo lontanissimo da oggi, raffigurati nelle immagini da me raccolte e condivise nel mio spazio web.
Mi ha impressionato il numero di repin e clic che riceve la bacheca The Art before Art. Essa raccoglie appena 300 immagini eppure è seguitissima. Consultando i dati analitici di Pinterest, è, tra le mie, quella più visitata. Ultimamente ricevo anche dei commenti di persone entusiaste di questo “spazio di storia condiviso”.
E vi confesso che non me l’aspettavo e non ne capivo il motivo.
Poi un giorno ho riguardato con attenzione tutte le immagini in essa contenuta. Alcune mi rapiscono sempre per la perfetta simmetria dei corpi, per le linee decise, per l’asciuttezza e l’essenzialità della forma. È stato in quel momento che ho fatto la mia associazione visiva.
In quelle sculture ho visto le figure allungate di Alberto Giacometti, i colli perfetti di Amedeo Modigliani, le forme assolute di Constantin Brancusi, la materica armonia di Marino Marini o le estasi scultoree di Anton Prinner (vedi galleria immagini in calce al post).
Ed ecco la chiusura del cerchio, la risposta al mio interrogativo. Quelle figure rappresentano per noi la storia, la purezza, l’origine della “vita”, il riconoscersi e il sentirsi partecipe di quel flusso di emozioni che questi manufatti, ancora a distanza di millenni, hanno su di noi. Essi ci trascinano così in profondità che chi le osserva non oppone nessuna resistenza a un viaggio senza tempo.
Ecco perché i mirabili artisti citati e altri ancora, rimasero affascinati dall’arte primitiva. Essa portava in sé l’essenza e la verità.
Un’arte arcaica che scolpiva o tracciava in maniera perfetta solo il necessario messaggio da trasmettere, senza aggiunta di fronzoli perché: “... l’artista arcaico viveva in una società più concreta della nostra, in cui, di conseguenza, il bisogno di trascendenza era non solo avvertito da tutti, ma anche ufficialmente riconosciuto.” Mark Rothko
Come ho detto nel post numero zero, questo spazio è la libera scena delle mie avventure in Rete. Oggi, non me ne vogliate, ho solo voluto condividere una mia, forse assurda, associazione visiva.
“Non credo che sia questione di essere figurativi o astratti. Piuttosto si tratta di porre fine a questo silenzio e a questa solitudine, di dilatare il petto e tornare a respirare.” Mark Rothko
In copertina: I Giganti di Mont’e Prama (particolare), sculture risalenti alla civiltà nuragica (oltre 3.000 anni fa), custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
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Commenti
Caro Luca, quando ieri mi hai scritto di una "sorpresa" immaginavo un semplice RT su Twitter. Essere "adottata" è inaspettato e bello.
Grazie perché mi dai la carica e la spinta giusta per continuare. :-)
Davvero un bell'articolo!
Ieri ti ho fatto i complimenti per la tua bacheca Pinterest, e oggi adotto questo post sulla pagina #adotta1blogger.
Ancora complimenti!
Luca
Citazione marianna piani:
Ma il tuo merito, il tuo insight, è stato quello di raccogliere queste "figurine" tutte assieme, dopo averle accuratamente selezionate, e "spararle" in rete,in mezzo a scarpe coi tacchi (che peraltro adoro), abiti firmati, belle figliole e foto di paesaggi da sogno.
Una operazione istintivamente "coraggiosa" che "nobilita" il mezzo che l'ospita, del tutto extraintellettuale, e lo pone su un gradino più "alto" della riflessione.
Io - vedendo arrivare giorno per giorno quelle immagini - non ho potuto fare a meno di lasciarmi affascinare, a distanza di tanti anni dai miei studi artistici, da queste forme allusive ed insieme terribilmente materiche, ingenue e nello stesso tempo profondamente sensuali.
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io faccio parte del gruppo delle "persone entusiaste" della tua iniziativa, una raccolta che è diventata per me come un piccolo reparto di una mostra "virtuale" (e gratuita) in cui adoro perdermi in compagnia delle mie elucubrazioni.
Non scopri nulla di nuovo, l'arte primitiva, o meglio la lettura di quest'arte, sull'onda delle prime ondate di scavi archeologici "scientifici", e non più casuali come nel passato, questa "arte prima dell'arte" come genialmente la definisci tu, ha costituito l'ossatura portante di una prima avanguardia, da Picasso, anzi, da Gauguin in avanti, e con essa tutto l'innovamento radicale dello sguardo dell'arte e del suo pubblico nei confronti con la "realtà" poetica del mondo.
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