Ho imparato che esistono sei stagioni e non quattro, che sono importanti gli ormai dimenticati riti di passaggio all’età adulta, che la felicità può essere una limonata sorseggiata sotto un albero, che le famiglie sono vulnerabili più di quanto possiamo immaginare.
Ho imparato che il primo uomo pacifista è stato un tipo di nome Gesù, che il suo discorso della montagna non è per nulla noto ai cristiani che preferiscono le severe leggi di un tipo di nome Mosè.
Ho imparato che la depressione si combatte con la musica, il blues soprattutto, e che incontrare persone di vera compassione rende la vita degna di essere vissuta.
Ho imparato che spesso viviamo in case piene di paure, dove custodiamo come antichi fardelli tutti i nostri ricordi.
Ho imparato che la noia è un frutto infarcito di rancida abbondanza.
Ho imparato che la disciplina è necessaria se vuoi scrivere, che le finestre è meglio tenerle aperte e lasciar entrare la vita con tutti i suoi rumori e le sue grida.
Ho capito che un amore resta tale quando lo senti incompatibile e inafferrabile, che le parole sono vive quando riusciamo ad ascoltarle anche sull’orlo di misteriose battaglie semantiche.
Ho imparato che è meglio perdersi in labirinti segreti e continuare a sognare piuttosto che spegnersi giorno dopo giorno e morire già a vent’anni.
Ho visto la realtà venirmi addosso, rompermi le ossa, ho visto il miracolo e la magia di un confine violato.
Ho sentito il profumo di un luogo lontano, Cartagena de Indias, e sentito l’eco della voce di Gabo.
Ho apprezzato questo giorno, il suo silenzio e le parole che hanno gravitato come pianeti intorno ai miei insaziabili occhi.
Ecco la cronaca di un caldo giorno d’estate nel mio labirinto.
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L'immagine di copertna è di Ray Caesar
Commenti
Ciao Silvia, grazie per i complimenti e l'adozione. :-)